La Conferenza internazionale dei lavoratori

«Il Socialista», settimanale della Federazione provinciale socialista di Perugia, a. I, n. 2, 19 novembre 1944, p.1.

LA CONFERENZA INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI

La situazione politica europea si profila già come situazione non troppo dissimile da quella seguente alla prima guerra: accordi ed alleanze, intese o blocchi di Stati, il cui funzionamento a dir vero (caso tipico la Piccola Intesa), fu disastroso e nullo appena una grande potenza, la Germania, passò dalle parole ai fatti. È vero che è in preparazione un sistema di sicurezza collettiva, una specie di nuova Società delle Nazioni appoggiata sulla forza delle grandi potenze vincitrici, ma ci sembra che malgrado ciò nell’Europa e nel mondo non mancheranno quei motivi di dissenso che sono insiti nella struttura di un mondo ancora capitalistico. Vogliamo dire che malgrado ogni buona volontà, ogni accordo da parte dei governi, il naturale bisogno di mercati, la sete delle materie prime, in governi rappresentanti interessi capitalistici non potranno non influenzare la politica internazionale degli Stati. Donde la possibilità sia pure lontanissima di nuovi conflitti che al solito finirebbero per gravare sugli strati piú larghi e bassi del popolo e per accrescere solo i guadagni dei trusts capitalistici.

L’unica garanzia per una vera pace duratura sarebbe naturalmente una federazione di popoli liberi organizzati socialisticamente e scevri cosí da ogni mira imperialistica, ma poiché ciò non costituisce per ora che una mèta da raggiungere faticosamente contro le resistenze formidabili delle classi reazionarie, il primo obbiettivo concreto a cui i popoli debbono mirare e a cui debbono immediatamente giungere i partiti proletari di ogni tendenza, è la convocazione di una Conferenza dei lavoratori che alla fine della guerra dovrà porre in chiaro le esigenze di tutti i proletari e quindi in realtà di tutti i popoli e potrà rivestire una estrema importanza di iniziativa popolare in un campo concreto ed internazionale. Noi siamo giustamente orgogliosi che la proposta di questa Conferenza sia stata fatta da parte di Pietro Nenni a nome del Partito Socialista Italiano e che a questa proposta abbiano già aderito diverse organizzazioni socialiste europee. Lo stesso capo della seconda internazionale Huysmans si è espresso favorevolmente in proposito, vedendo in questa Conferenza la premessa di una nuova e grande internazionale capace di riunire tutti i lavoratori, tutti i proletari sulla base sicura del loro interesse comune. Unica via anche al superamento di posizioni ideologiche contrastanti a cui le masse proletarie potrebbero contrapporre l’unità del loro interesse, del loro unico desiderio di libera ed integrale organizzazione sociale.

Se poniamo questa iniziativa (che è anche per noi italiani l’unica iniziativa possibile in campo internazionale e che noi avremmo potuto assumere fin da venti anni fa invece di cadere nella pazza iniziativa antieuropea del fascismo) in relazione con le ottime notizie che ci giungono da tutti i paesi circa la forza crescente dei partiti socialisti (in Francia il grande movimento popolare di liberazione si è fuso con il partito socialista ufficiale, in Inghilterra i laburisti con l’appoggio del giovane e rivoluzionario «Commonwealth» potranno facilmente assumere il potere alla fine della guerra), noi possiamo veramente intravedere in un avvenire non lontano un trionfo dell’idea socialista questa volta non fittizio, perché conseguito dopo un’esperienza di guerra e di oppressione fascista, dopo la chiara prova del tradimento operato dai ceti capitalistici, dopo la sensazione sicura che solo uniti da un interesse e da una libera organizzazione i proletari potranno non vedere vani i loro sforzi per una società libera ed eguale.